Questa nuova filantropica istituzione. Storia di un’idea e della sua realizzazione

Flora Santorelli
Avviso pubblicato Il 21 febbraio 1840 dalla Delegazione Provinciale di Milano, a firma del consigliere Torriceni

Un filone tematico del progetto Archivio Meraviglioso è dedicato all’approfondimento della storia dell’Istituto dei Ciechi prima della sua fondazione. L’esplorazione del contesto storico-sociale ed economico della Milano di quegli anni e della politica benefattrice di cui la città si faceva, in diversi modi, promotrice ha permesso di evidenziare legami e relazioni tra uomini, istituzioni, luoghi.

Gli archivi permettono queste connessioni, si sa. La cosa difficile è trovare il punto d’innesto.

L’Archivio di Stato di Milano, nella sua ricchezza e varietà patrimoniale, conserva e racconta molti secoli della storia di Milano e del suo territorio dal Medioevo in poi.

Per la ricerca di Archivio meraviglioso il fondo esaminato è Studi parte moderna, uno dei fondi del grosso complesso archivistico denominato Atti di Governo; i documenti selezionati e qui proposti provengono tutti dalla stessa busta, la 899.

Le fonti individuate aggiungono ulteriori elementi informativi alla storia, già nota, della nascita dell’Istituto dei Ciechi e in particolare alle motivazioni de “l’aprimento dell’Istituto di educazione pei fanciulli ciechi”. Il tutto in un clima di fervore, tutto milanese e imprenditoriale, di cura premurosa e inclusiva dei più sfortunati.

Ecco la storia

Nell’agosto 1839 Michele Barozzi, direttore delle Pie Case d’Industria e di Ricovero in Milano, in una relazione indirizzata alla Delegazione Provinciale descrive lo stato di preparazione dell’Istituto per l’accoglienza dei fanciulli ciechi che di lì a pochi mesi sarebbe stato aperto.

I locali sono già pronti ad accogliere gli ospiti, arredati di letti e mobilio; gli insegnanti sono stati selezionati. Aritmetica, religione, musica sono le materie principali che saranno impartite.

L’ammissione

Nella stessa lettera Barozzi esplicita le caratteristiche e i requisiti necessari per poter fare domanda di ammissione.

Bisogna essere “miserabili” (cioè vivere in condizioni di miseria), nati a Milano o avere da 10 anni l’”incolato” in questa città, essere di sana costituzione fisica, aver superato il vaiolo e essere per le facoltà intellettuali “suscettibili d’istruzione”, di età non minore di 10 né maggiore di 15.

L’istituto potrà accogliere 12 ragazzi di sesso maschile e altrettanti di sesso femminile. Forse si potrà aprire a un numero maggiore di candidati perché la città di Milano non ha, per quanto è noto, un numero sufficiente di “fanciulli ciechi miserabili” che possano occupare tutti quei posti.

Lettera di Michele Barozzi, direttore delle Pie Case d’Industria e di Ricovero in Milano

La parte economica

Chi si farà carico della spesa dei “pensionisti”? In parte i Comuni, in parte i privati, con pagamento semestrale. I “derelitti” svolgono diverse professioni presso officine private della città e già ricevono ogni settimana “qualche mancia d’incoraggiamento”.

Al vitto si provvederà con dieta differenziata: pietanza e vino nei giorni “da grasso”, insalata e formaggio in quelli “da magro”.

Quanto al costo per ciascun ospite, termine di confronto è la retta dell’Istituto nazionale per i ciechi di Vienna, rispetto al quale - a parità di costo - quello di Milano offre non solo vitto, alloggio e istruzione, ma anche il vestiario.

Dunque, tutto è stato predisposto: manca la superiore deliberazione e la scelta della data de “l’aprimento” del nuovo istituto. Inoltre, con quali modalità dovrà essere comunicata alla città questa importante notizia?

L’iter approvativo

Nel dicembre dello stesso anno il Governatore della Lombardia, il conte Franz Hartig, scrive alla Congregazione Centrale di esprimere il suo parere circa l’avviso presentato dal Direttore della Casa d’Industria di Milano da pubblicare per l’istituzione del ricovero per i fanciulli ciechi in città.

Il 10 gennaio 1840 Francesco Torriceni, consigliere di Governo e delegato provinciale, riferisce al Governo di Milano che la Congregazione Centrale ha dato parere favorevole al piano di attuazione presentato dal Direttore delle Case d’Industria, esprimendo il proprio dissenso solo su due punti del rapporto presentato dalla Delegazione Provinciale: il primo riguarda l’abolizione del requisito minimo d’età per l’ammissione; il secondo è relativo al pagamento delle spese di cura dei fanciulli che, nei casi di lunga malattia o ospedalizzazione, il direttore Barozzi poneva a carico dei privati pagatori. Non sono punti vincolanti: pertanto si attendono “le superiori dichiarazioni” per procedere alla pubblicazione dell’avviso.

La comunicazione

Finalmente viene pubblicato l’avviso! Il 21 febbraio 1840 la Delegazione Provinciale di Milano, a firma del consigliere Torriceni, comunica alla cittadinanza l’apertura di un istituto per il ricovero e per l’istruzione dei fanciulli ciechi annesso alla pia Casa d’Industria detta di San Marco.

L’apertura dell’istituto è prevista per il 1° marzo a venire.

l'avviso, pubblicato Il 21 febbraio 1840 dalla Delegazione Provinciale di Milano, a firma del consigliere Torriceni

Flora Santorelli è laureata in Lettere classiche, archivista libera professionista dal 2003. Progetta e realizza interventi su archivi di persona, di famiglia, di studi professionali, di istituti culturali, di imprese e di enti. Nel settore privato svolge consulenza per la gestione della documentazione corrente (records management) e per la conservazione a norma dei documenti informatici.